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domenica 29 marzo 2015

Le due chiese

Nei suoi primi mille anni di storia, quindi per un periodo lunghissimo, la chiesa cattolica é riuscita a mantenere una relativa uniformità dottrinale ed organizzativa, aiutata dalla capillare distribuzione dei suoi vescovi, che avevano sostituito i prefetti romani nelle stesse sedi man mano che Roma cedeva il suo controllo militare e burocratico, e rafforzata dalla falsa “constitutum Constantini” che sostenne opportunamente il potere temporale ecclesiastico nei confronti degli imperatori.

La chiesa ha potuto contare in quei mille anni su un potere assoluto, esercitato su popolazioni dalla scarsissima capacità, culturale e materiale, di opporsi o proporre nuove interpretazioni delle scritture, riuscendo a superare ostacoli come l’eresia ariana, lo scisma donatista, ricomponendo ogni volta le fila del clero e l’ortodossia dottrinale.

Dall’undicesimo secolo però in numerose regioni europee la crisi del sistema feudale ha portato alla nascita di organismi comunali, con nuovi soggetti economici e culturali (mercanti ed artigiani riuniti in corporazioni, università) i quali sono avversari del potere imperiale e dei grandi feudatari, ma spesso anche della chiesa, quando legittima il potere imperiale. Molti vescovi vennero cacciati dalle città, alcuni persino uccisi: i contrasti della chiesa con i nascenti comuni infatti erano motivati anche dalla protesta contro la simonia dei vescovi, la frequente ignoranza del clero, la sua corruzione, e spesso le comunità comunali si trovarono a dare asilo a movimenti eretici (catari, valdesi, patarini) che proponevano un radicale cambiamento del ruolo politico ed economico della chiesa.

La chiesa ha superato questo cruciale periodo accogliendo e favorendo gli ordini monastici; in particolare, i francescani nacquero come gruppo laico di preghiera e predicazione, fu papa Onorio III a volerne la trasformazione in ordine religioso, in modo da assorbire le spinte riformatrici, pauperiste, eretiche della società civile che rischiavano di travolgere l’autorità ecclesiastica. Sugli ordini monastici veniva esercitato un controllo gerarchico e dottrinale molto severo, che arrivava alla persecuzione ed alla condanna al rogo delle componenti meno ortodosse, come avvenne per il movimento dei francescani spirituali, condannati come eretici da Giovanni XXII, ma nonostante le censure da questo momento la chiesa prende a proporsi con due anime: permane quella gerarchica, che tiene la guida dell’ortodossia e cura i rapporti politici con la nobiltà prima e la grossa borghesia in seguito, mentre gli ordini monastici, e più tardi i sacerdoti ed i parroci, esercitano il sacerdozio presso gli strati popolari dei fedeli, rimanendo più attenti e sensibili alle difficoltà ed alle necessità popolari.

Questa presenza di due chiese permane a tutt’oggi, con pontefici e cardinali che si affacciano dai balconi dei dittatori, mentre il clero minuto spesso compatisce il disagio delle classi popolari (è esemplare la condanna di Leonardo Boff al “silenzio ossequioso” da parte della congregazione per la dottrina della fede presieduta da Joseph Ratzinger).

E’ stato possibile per la chiesa mantenere questo duplice atteggiamento morale grazie alla duplice fonte della sua dottrina, al punto che possiamo ritenere coesistano una chiesa del vangelo che predica il perdono e l’amore reciproco, che è vicina agli umili, ai deboli, alle sofferenze umane, e la chiesa della Bibbia, che governa, stabilisce le regole, punisce i comportamenti non ortodossi.

E' un dualismo che ricorda quello suggerito da George Carlin: la chiesa ci presenta un dio che ha stabilito un elenco di cose che non bisogna assolutamente fare: se fate anche una sola cosa di quell’elenco, lui vi manda in un posto dove venite bruciati e torturati e soffrirete per sempre, per l’eternità…
MA LUI VI AMA.