Notte piena, sono ben riposato, é ora di muoversi, uscire, farsi vedere.
Finestra sul giardino: chiusa. Uscita dalla cucina: chiusa.
Piano di sotto, tre possibilità: chiuso, chiuso e…chiuso!
Strani umani…tutto devi insegnargli…a cominciare dal curare la ciotola dei croccantini.
Non che difettino di intelligenza, questo no…diciamo che in linea di massima tendono a stracatafottersene; però apprendono subito, se motivati. Quella della ciotola é una storia che riesce sempre a farmi fare la mia bella figura, quando la racconto!
A farla breve: ciotola vuota, stomaco vuoto. Descrizione rapida ma bastante, no?
‘Na tragedia, insomma…hai voglia a miao e ri-miao; sta lì in catalessi, steso sul MIO divano, con sulla faccia quei fogli enormi e rozzi che puoi ridurre in quanti pezzi vuoi…una dimostrazione relativa alla fisica dell’infinitamente piccolo con applicazioni molto interessanti; ma gli umani non apprezzano…non paiono molto ferrati nelle scienze, del resto: pensa a quanto sono vulnerabili alla forza di gravità, ad esempio.
Dunque, il problema é quello di riuscire ad attirare l’attenzione del sacco di farinacei, ed io non riesco ad imitare quella stupida ed ingannevole scatola luminosa. Uno dei ripiani che in cucina minacciano la sicurezza dei miei pasti è pieno zeppo di porta acqua: invenzione geniale, lo ammetto, sennonché l’umano li conserva… vuoti! Poi ogni tanto si incazza (suppongo), li pesta ben bene e li butta fuori.
Salgo sul ripiano, un deciso movimento rotatorio e giù, una cataratta di plastica si abbatte sul pavimento con un fragore che va oltre le mie migliori aspettative.
La reazione umana stavolta é immediata: grugnito, molle del divano, passi pesanti e svelti, infine due occhi sgranati si affacciano in cucina e puntano il tappeto di porta acqua che fa da corona alla mia ciotola, situata all’esatto centro geometrico della figura.
- “Ma che cazzo succede!!!”Detto proprio così, senza tono interrogativo, il che già mi dice che lo hai capito benissimo, cosa succede:
LA CIOTOLA DEI CROCCANTINI E’ VUOTA, CAZZO, COS’ALTRO DEVE SUCCEDERE?
Storie strane, queste di ciotole e piatti…
Certo le dispute col cane sono più divertenti…perché nell’umano l’intelligenza é innegabile, lo ammetto; nel cane, invece, non direi. Animali strani, senza libero arbitrio, hanno reazioni meccaniche che rispondono automaticamente agli stimoli emotivi, sempre uguali, sempre alla stessa maniera…macchinette, pupazzi a molla caricati a cazzate.
Oltre alle regolamentari ciotole da croccantini, poste in ambienti rigidamente separati, abbiamo questi due piattini di plastica vicino alla porta che dà in giardino, la mia a destra e la canina a sinistra, dedicati ai bocconi buoni, quelli che ci arrivano direttamente dalla tavola degli umani.
Bene, l’abbaioso ha pensato che, buttando via in giardino il MIO piatto, i bocconcini avrebbero potuto avere una sola destinazione: il SUO piatto, in quanto unico supporto valido superstite. In realtà ogni volta vengo fornito di un piatto nuovo, lindo e pulito, quindi mi va bene così, anzi apprezzo il puntuale servizio.
Ecco quindi che mette in pratica la sua strategia:
Prima mattina, entra in casa, acchiappa il MIO piatto e VIA, FUORI!
Seconda mattina, entra in casa, acchiappa il MIO piatto e VIA, FUORI!
Terza mattina, entra in casa…si ferma un attimo, piega la testa e lo vedo che pensa (poverino, riesco ad immaginarlo: “…dunque, cos’è questo?…piatto…huuuummm, cosa si fa con piatto? …SI BUTTA!”)
quindi riparte deciso, acchiappa il piatto e VIA, FUORI…il SUO piatto!
Tre ripetizioni dell’evento sono bastate a creare il circuito neuronale automatico: piatto = giardino.
Il quarto giorno? No, nessun quarto giorno, non l’ha più fatto; deve essersi così incasinato da averci rinunciato…
Ma io divago e qui la situazione nel frattempo é diventata seria: alle necessità esploratorie si aggiungeranno fra poco le conseguenze di un movimento intestinale che non promette niente di buono; miao e ri-miao ai piedi del letto, ma figurati se il catalettico si degna di mollare il piumone caldo per farmi uscire…
Solutio quaestionis necesse est! E la soluzione, non potendo uscire (e non potendo schiattare), passa necessariamente per un espletamento vergognoso e non seppellibile delle funzioni corporali; il punto adesso é: dove?
Vi aspetterete che mi cerchi un angolino nascosto, che la faccia con discrezione e speri poi che il malfatto venga scoperto il più tardi possibile: sicuramente é questa la vostra concezione di comportamento animale intelligente, sennonché il sottoscritto sopporterebbe il disagio alla stregua di ogni altro abitante della casa! No, farla bisogna farla, ma io parlavo di soluzione del problema, non di semplice svuotamento meccanico. Azione: salto agile sul letto, posizionamento in zona centrale del piumone e……là, fatto!
Adesso mi darete del matto e magari rivaluterete pure la codardia canina scambiandola per intelligenza; é da bestie intelligenti cagare (e dico ca-ga-re, nondimeno) sul piumone del letto dove dorme l’umano, e per giunta mentre questo dorme?
Certo, vi rispondo io, e se non ci arrivate siete, diciamo, un po’ meno intelligenti di me; io per conto mio confido nell’intelligenza dell’umano: deve svegliarsi e deve ritrovarsi sotto il naso tutto il problema, e vi assicuro che il problema é così grosso, e tanto immediatamente apprezzabile, che é come se portasse su il cartello: “Ehilà, frumentaceo, la notte devo uscire! Il motivo? Ce l’hai sotto il naso, il motivo!!”.
Perchè, tranquilli e sicuri,
GATTO MUSHI LA FA AL POSTO
Nicola Lembo